CONCORSO MAGNINI-“Ascoltare i luoghi”– A.S. 2021/2022
Poesia
Poesia vincitrice – La silenziosa voce del bosco – AMBRA BOSIO, classe 4LD
Dritti come lance e a testa alta stanno
nel bosco consiglieri silenziosi,
ad orecchie aperte odono curiosi
degli uomini l’ininterrotto affanno.
Da legnosi cancelli una celeste
luce l’oscuro teatro ravviva,
e degli onesti uccelli il cuore investe
che di innovativa gioia si attiva
Suona l’orchestra caotici accordi;
perché pare a me sì dolce rumore?
che di pura armonia riempie il cuore
e la mente di fugaci ricordi.
Motivazione La tua poesia ci ha convinti per la compattezza che hai saputo creare tra le parole e il verso, per la coerenza tra le immagini e la misura delle quartine che hai voluto porre, quasi a scandire tre momenti, tre quadri che scivolano l’uno nell’altro. Le prime due quartine dipingono un’immagine (forma e luce) in cui si inseriscono i suoni. Nell’ultima si scatena un’orchestra anarchica che però si compone − nel soggetto in ascolto − in una diversa armonia, fino suscitare il ricordo. Un ricordo privato, che il lettore non può vedere né udire, a cui però può associare i propri, di ricordi, quelli a cui la poesia ha saputo aprire la porta.
Ci è parsa meritevole di riconoscimento la sicurezza con cui hai rispettato la metrica, usandola per dare ordine al materiale dell’emozione e della memoria, imboccando una strada diversa da quella di una immediata effusione dei sentimenti. Notevole la capacità di denotare ogni cosa con i giusti aggettivi, creando nessi di grande concretezza, mai semplici ornamenti: i “legnosi cancelli” stanno quasi in ossimoro con la “celeste luce”, che vince, animandolo, sull’“oscuro teatro”. Un effetto sinestetico in cui l’iniziale rigidità da sentinelle dei “consiglieri silenziosi”, risulta poi avvolta e ammorbidita dal raggio di sole (una luce non gialla, bensì “celeste”!) che trasfigura l’emiciclo; un bosco improvvisamente non più solenne, ma un locus amoenus gioioso e rianimato dal cinguettare degli uccelli.
Le allitterazioni in “v” (ravviva, innovativa, attiva) ci sembrano dare suono alla vita. Infine, l’uso costante dell’iperbato da un lato dà solennità di passo ai versi, da un altro conferisce anche ai nessi più “comuni” un che di inedito.
Poesia. Menzione speciale – Trasparenza – GIULIA FERRETTI, classe 2SA
Quell’imprevisto
tocco sottile,
appare invisibile,
lambisce la superfice
della mia pelle,
l’Acqua.
Una seconda volta,
travolgente,
senza seguire il respiro,
tremolante il soffio,
pifferi di fantasmi
che tengono casa nell’anima mia.
Mi sento abbandonare dal mio corpo,
rotto è il legame
che mi stringeva ad esso.
Ero materia su materia.
E adesso chi sono?
Un filo, un fiato
a reggere la costante vita
che la sera incupisce,
a Notte.
Fari spenti, occhi spenti,
pensieri dissolti.
Abbandonati alla soffice
seta vissuta,
calpestata
da sogni pesanti.
Il mio corpo tutto dorme,
spento si presenta
alla luna e alle figlie.
E adesso chi sono?
Silenzio.
Quiete.
Vita taciturna.
L’oblio
dove m’incontro.
Un po’ di te ho paura,
Me.
Il senso dell’esistenza
contempli, l’invisibile
futuro
stenti ad osservare,
ti perdi dentro
a tutto ciò che non puoi
toccare.
E a cosa t’aggrappi per r
isalire? Per vivere la
vita
che t’è capitata?
Alla Ragione mica
t’affiderai, che lei,
sai,
reggere te non sa.
Che tu impazzisca,
che io impazzisca,
fa esplodere con paura
il cuore mio.
Mi rassegno
sapendo
che son soltanto
pensieri su parole.
Motivazione. La tua poesia è fatta di acqua e aria, ha trovato il modo di parlarci di qualcosa che c’è (materia su materia) ma che non si può toccare (pensieri su parole). Hai scelto versi liberi perché acqua e aria fluissero – versi brevi come i piccoli salti di un torrente – a comunicare un’emozione, uno smarrimento, una domanda (e adesso chi sono?). La trasparenza del titolo si realizza a tre livelli della tua espressione poetica: nella sonorità delle parole che hai scelte con sapienza (vocalismi chiari, liquide, nasali sonanti), ma anche nella loro poeticità “intrinseca” (esistono parole che vibrano in modo diverso da altre anche quando il significato è affine) e nelle immagini che costruiscono.
Concludi dicendo “son soltanto pensieri su parole”, ma la tua poesia ci fa capire quanto tu sappia che i pensieri e le parole sono la cosa più importante, perché ci rendono quelli che siamo e quelli che saremo.
Racconto vincitore – Occhi di perla – BENEDETTA BOSIO, classe 4SA (Racconto vincitore)
Motivazione. Questo racconto ci ha avvolti e ci ha portati su un pontile di legno in riva a un lago, insieme a un nonno e al suo nipotino. La tua scrittura è stata generosa, ha suscitato davanti a noi non solo il luogo, la sua luce, i suoi suoni, ma anche il suo tempo: il tempo presente – quel particolare istante che segna la fine di un momento “straordinario”, come quello delle vacanze in un sito di villeggiatura – che reca un anticipo di malinconia, e il tempo passato, capace di riportare al cuore (ricordare) una storia, un legame con chi c’era prima di noi.
La tua scrittura è stata fertile, immaginifica: ci ha fatto chiudere gli occhi, proprio come il bambino del racconto, per fare posto in noi a quello che raccontavi. Abbiamo imparato che per capire – un luogo, un suono, una persona – bisogna lasciare loro spazio, mettere un poco a tacere quello che già vediamo e sappiamo, per consentire ad altro di mostrarsi dietro alle palpebre chiuse.
Abbiamo ammirato la pazienza con cui ha costruito per noi la realtà di un panorama, ma anche la fisicità dell’acqua e del legno, lo scricchiolare, lo sciabordio, il suono delle ciabatte di gomma. Anche noi abbiamo immaginato le “vele stanche” e i ciottoli del lago, uno a uno, e le anatre nell’acqua a becchettare il pane. Come il piccolo protagonista, anche la tua scrittura ha “ridisegnato [per noi] i margini del buio” e restituito (foggiato? creato?) un mondo. La riuscita del racconto si deve alla precisione e alla ricchezza lessicale e soprattutto alla freschezza e sincerità del tuo immaginario, che ha preservato la scrittura da eccessi espressivi o virtuosismi senza scopo.
Racconto. Menzione speciale – Nour e Fardous – SONDOS ABDELKADER, classe 5SA (Racconto menzione speciale)
Motivazione. Il tuo racconto ci ha colpito per la volontà di collegarci a una tradizione, a una storia e a una comunità. Abbiamo apprezzato la capacità di usare inserti in lingua, canzoni, simboli e nomi propri di significato pregnante: questo non solo per dare precisione e realismo a un’ambientazione, ma anche per farci avvertire la concretezza del sentimento di privazione che la protagonista vive.
Nonostante la gestione sintattico-grammaticale non sia sempre sorvegliata, sono particolarmente apprezzabili alcuni punti del testo che mostrano espressioni quasi sapienziali e ieratiche che conferiscono commovente profondità al racconto.