26 Marzo 2015
Bologna – 21 marzo 2015: “La verità illumina la giustizia”
Per la ventesima giornata della memoria quest’anno studenti da tutta Italia si sono riuniti a Bologna per ricordare le vittime innocenti della mafia, una scelta non casuale. Alla città infatti sono state conferite due medaglie d’oro: una per la Resistenza al nazi-fascismo e l’altra per la reazione dopo l’attentato terroristico del 2 agosto 1980, che causò 85 morti. Libera, l’associazione no-profit di Don Luigi Ciotti contro la criminalità organizzata e la corruzione, ha promosso un corteo pacifico al quale hanno partecipato 200.000 persone per ricordare le 1.035 vittime innocenti delle mafie, elencate in piazza VIII settembre.
Recita la frase della maglietta di Libera: “chi ha paura muore ogni giorno, chi non ne ha muore una volta sola”. Nell’aria si respira la voglia di ricominciare, di cambiare le cose, di una terra in cui vivono la giustizia e la legalità perché la mafia è un problema che ci riguarda e che sta assassinando la speranza di ognuno di noi.
Il discorso di Don Ciotti riprendeva quello di Papa Francesco (“è un’economia che uccide”) e dell’ex Presidente della Repubblica (“corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia”) dicendo che chi non vuole una legge definitiva contro la corruzione aiuta le mafie. Con la sua spontaneità riusciva a tenere alta l’attenzione ed era impossibile non emozionarsi quando parlava di noi giovani che eravamo lì con lui per dire a tutti: perché il 21 marzo non è ancora ufficialmente la giornata della memoria delle vittime delle mafie? Perché ci sono ancora così tante vittime della criminalità organizzata? Ancora oggi infatti per il 70% delle vittime innocenti non è stata fatta verità e, quindi, giustizia. E lo stesso diritto alla verità è negato ai familiari di chi ha perso la vita nelle stragi.
Finito il discorso di Don Ciotti, e prima di tornare a casa, era possibile assistere a seminari, spettacoli, mostre e laboratori che approfondivano l’argomento “mafia e corruzione”. Mi è capitato di assistere al seminario “Terrorismo e mafie. Tra verità storica e verità giudiziaria” e ho trovato a dir poco sconcertante una lettera, reperibile su internet, scritta da una carica pubblica, nella quale questo si congratulava con un nuovo boss mafioso della zona, accogliendolo quasi come se volesse consegnargli le chiavi della città.
Questo genere di fatti, altre informazioni in merito alla giornata della memoria e approfondimenti sull’associazione di Libera e sulle sue (numerosissime) iniziative sono facilmente reperibili sul sito ufficiale www.libera.it .
Caterina Berutti
Silvia Maccione, 2KB
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